Bolle di aria nell’impianto frenante. Anche tu sei a rischio?
In che modo si creano le bolle di aria nell’impianto frenante.
Questa volta voglio approfondire la parte riguardante la formazione di bolle di aria nel circuito idraulico dei freni.
Nel precedente articolo ho parlato in modo generico del liquido freni, di quando va sostituito, quale utilizzare, dei diversi tipi di fluidi ecc..
Il fenomeno è di cui parliamo oggi è chiamato anche Vapour Lock, poco utilizzato nel gergo comune.. ma si sa che chi è su questo sito è più avanti.
A parte gli scherzi, sappiamo che una caratteristica del liquido freni è che deve essere incomprimibile. Ma sappiamo anche che è igroscopico, cioè è un liquido che assorbe umidità dall’esterno.
Umidità che può penetrare gradualmente nel circuito tramite i tubi freno, lo sfiato del serbatoio e qualsiasi parte in gomma che con l’avanzare dell’età diventa meno “ermetica”.
Quando la percentuale di umidità nel circuito raggiunge un certo livello, c’è la possibilità che, a seguito di frenate prolungate o “pesanti”, il liquido freni raggiunga l’ebollizione.
Certo è difficile raggiungere temperature del genere con un utilizzo normale, ma ammettiamo che:
- traini un carrello o una roulotte;
- hai un carico elevato sulla vettura. Magari quando parti per le ferie;
- percorri lunghe discese su strade di montagna;
sono tutte situazioni che, con un fluido freni già degradato, possono portare al Vapour Lock di cui ho parlato prima.
Cosa comportano le bolle di aria?
Dato che i gas sono più comprimibili dei liquidi si verificano due problemi:
- Non si avverte una pressione corretta sul pedale. In parole semplici sembra di schiacciare una spugna più che un pedale del freno.
- Viene a mancare la potenza frenante, con un arresto molto più lungo e meno efficiente.
Come evitare la formazione di bolle di aria.
Per evitare la creazione di bolle di aria ci sono 3 accorgimenti da tenere in considerazione.
- Utilizzare un tipo di fluido freni che rispetti le caratteristiche richieste. Soprattutto da non “miscelare con tipi diversi di liquido”. In questo → articolo ho spiegato le differenze che ci sono per esempio tra un DOT4 ed un DOT5.1. Le caratteristiche le trovi sulla scheda tecnica del prodotto, come:
- punto di ebollizione
- prestazioni che devono restare stabili
- proprietà anticorrosive
- Controllo ad intervalli regolari del punto di ebollizione del liquido freni.
- Sostituzione del liquido freni alla scadenza prevista o, se necessario, in base alla prova che risulta dal tester.
Si può verificare l’umidità presente nel liquido freni?
Si, si può verificare l’umidità del liquido freni.
Già ad occhio si può notare se un fluido è vecchio perché tende a diventare scuro e poco trasparente.
Ma, in modo tecnico si controlla con due strumenti:
- Tester di conduttività o “a penna”. Se c’è presenza di umidità aumenta la conduttività e segnala lo stato del liquido con l’accensione su una scala di led di diverso colore. Va bene per avere un’idea, ma è un po come il guidatore della domenica.. Arriva a destinazione ma non vorresti mai salire in auto con lui!
- Tester prova ebollizione. Qui si passa dalla parte “professional”. In poche parole, tramite una resistenza porta ad ebollizione il liquido e misura il contenuto di umidità tramite il metodo Karl Fisher.
Verifica perdite e spurgo impianto frenante
Solitamente se c’è una perdita del fluido frenante si vede e si sente sul pedale!
In casi eccezionali si può fare una prova e mettere in pressione il circuito con un apposito macchinario per verificare che i bar non calino per un dato periodo.
Quando si effettua lo spurgo del circuito c’è sempre da prestare attenzione a seguire un preciso ordine per lo scarico dagli sfiati.
Infatti si deve partire sempre dalla pinza (o cilindretto) più lontana dal serbatoio del liquido freni.
Per esempio su un’auto con i 4 freni a disco dovrò iniziare dalla pinza posteriore destra (sempre che sia una vettura con guida a sinistra).
Siamo arrivati alla fine e direi che siamo a bolla.. Ops, volevo dire a vapour lock!